La storia e la genesi del Progetto Angelo affondano le radici in un'esperienza profondamente personale e toccante vissuta da Luciano Fumagalli durante il drammatico periodo della pandemia di COVID-19 nella primavera del 2020. Il punto di partenza fu la situazione di suo suocero, Angelo (da cui il progetto prese il nome) all'epoca centocinque anni, ospite in una RSA.
A causa del lockdown e delle misure di distanziamento sociale, Angelo si ritrovò in una condizione di isolamento non solo fisico e affettivo, ma anche acustico, poiché già soffriva di grave ipoacusia.
Le difficoltà comunicative divennero subito evidenti durante le prime, rarissime visite nel rispetto delle restrizioni: la distanza di sicurezza e l'uso delle mascherine, che oscuravano il labiale, rendevano vano ogni tentativo di interazione verbale con Angelo che faticava a sentire.
I tentativi iniziali di comunicare tramite cartelli si rivelarono inefficaci e frustranti, lasciando nei parenti un forte senso di impotenza e la consapevolezza del dramma vissuto dall'anziano, che forse percepiva il silenzio come abbandono.
Proprio in quel momento di frustrazione, mentre osservava gli sforzi della moglie per comunicare con il padre, in Luciano scattò una scintilla, un pensiero laterale che lo portò a uscire dal "cono d'ombra culturale" che per vent'anni lo aveva portato, come molti, a reagire alla perdita uditiva semplicemente alzando la voce.
Consapevole della barriera fisica imposta dal distanziamento, Luciano, forte di una sua passione per la tecnologia applicata all’elettronica e di competenze tecniche maturate nel corso della sua carriera, ebbe l'intuizione di creare un ausilio tecnologico.
Questo lo spinse a realizzare un prototipo rudimentale su una basetta di legno, utilizzando un kit inizialmente pensato per l'ascolto della natura.
La prima prova con Angelo fu un momento di svolta emotiva: quando il suocero smise di guardare i cartelli e rispose al nipote che gli parlava attraverso le cuffie collegate al microfono, fu chiaro il potenziale di quel semplice dispositivo nel riconnettere Angelo alla vita. Fu in quel preciso istante che in Luciano nacque il desiderio di condividere quell'invenzione, non tenendola solo per sé, ma mettendola a disposizione di tutte le persone che si trovavano in situazioni simili nelle RSA e non solo.
Da questa necessità di dare una risposta concreta a un problema reale e dal forte ritorno emotivo generato dal primo utilizzo, prese vita l'idea embrionale di quello che sarebbe diventato il Progetto Angelo.
Fin da subito, Luciano comprese che per realizzare appieno il potenziale di questa idea e superare le resistenze all'innovazione, sarebbe stato necessario aprirsi alla collaborazione con esperti e competenze diverse, dando vita a un progetto open source e senza scopo di lucro.
Subito dopo la positiva esperienza con il suocero Angelo, Luciano fu animato da un forte desiderio di condividere i benefici di quel semplice ausilio. Il suo primo pensiero fu rivolto alle altre persone presenti nella stessa RSA che potevano trovarsi in condizioni simili di difficoltà comunicativa. Venne immediatamente percepito il potenziale di Angelo non solo come strumento tecnico, ma come mezzo per alleviare la solitudine e la frustrazione causate dalla perdita dell'udito. L'idea di condividere il dispositivo nacque spontaneamente in Luciano, sentendo che non poteva tenere per sé una soluzione così semplice ed efficace a un problema così diffuso.
I primi riscontri al di fuori dell'ambito familiare immediato arrivarono proprio nell'RSA, dove Luciano iniziò a far provare il prototipo ad altri ospiti.
Le reazioni furono spesso cariche di emozione, con persone che improvvisamente riuscivano a comprendere parole che prima percepivano solo come suoni indistinti. Questi successi iniziali rafforzarono la convinzione della validità del progetto e diedero una spinta a cercare modi per diffonderlo più ampiamente.
Il passaparola e le prime condivisioni con conoscenti e altre RSA portarono ulteriori testimonianze di come Angelo potesse fare la differenza nella vita delle persone ipoacusiche, riaccendendo la comunicazione e il calore umano nelle interazioni quotidiane.
Col tempo emersero con sempre più evidenza i benefici del Progetto Angelo che sono molteplici toccano diversi aspetti della vita delle persone, in linea con le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che sottolineano l'importanza di rendere accessibili le cure per l'udito a tutti.
Un aspetto cruciale è la connessione emotiva che Angelo permette di ristabilire, contrastando l'isolamento sociale che la perdita uditiva, anche lieve o moderata, può causare e che l'OMS stessa riconosce come un fattore di rischio per la perdita cognitiva e la demenza.
Angelo offre una soluzione semplice ed economica per amplificare le voci amate, ripristinando un canale di comunicazione fondamentale per il benessere psicologico e la qualità della vita.
Inoltre, il progetto promuove attivamente l'inclusione e la solidarietà dal basso, offrendo la possibilità di assemblare il dispositivo a persone con disabilità, che in questo processo trovano un'occasione di partecipazione attiva e gratificante.
L'approccio open source e la semplicità di realizzazione rendono Angelo un valido strumento didattico nelle scuole, specialmente nell'ambito delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), dove i ragazzi possono apprendere principi di elettronica e tecnologia costruendo un oggetto utile per la comunità.
Infine, il potenziale di Angelo è enorme nei paesi a basso e medio reddito (LMIC), dove l'accesso a costosi apparecchi acustici è limitato o inesistente. La sua natura economica, la possibilità di alimentazione tramite USB o pannelli solari e la facilità di assemblaggio lo rendono una soluzione sostenibile e replicabile localmente, in linea con l'obiettivo di ridurre le disuguaglianze nell'accesso alle cure uditive a livello globale.
In definitiva, Angelo non è solo un dispositivo tecnico, ma un catalizzatore di emozioni positive, inclusione sociale e apprendimento pratico, con un impatto potenzialmente trasformativo sulla vita di milioni di persone.